La Riatletizzazione: dal Fisioterapista al Trainer
“8 novembre 1998. Vigilia del mio ventiquattresimo compleanno, stadio Friuli di Udine. Siamo in testa alla classifica da soli, e stiamo vincendo contro l’Udinese in trasferta.
La partita è quasi finita. Ancora mi chiedo perché sono andato su quella palla che stava andando verso il fondo, volevo raggiungerla e tirare in porta, al volo di sinistro. Uno sforzo inutile pagato con il prezzo più caro: il ginocchio sinistro fa crac. Capisco subito che si tratta di una cosa grave, mi fa malissimo…”
“Nonostante abbia subito parecchi infortuni, come quasi tutti i calciatori, io per primo chiamo quello di Udine “l’infortunio“, come se fosse l’unico…”
“Ho paura. Il 26 novembre mi opero in Colorado dal professor Steadman. Per fortuna va tutto bene. Arriva il tempo del ritorno alla speranza, al coraggio, alla voglia di ricominciare. Sì, ricominciare da zero. Rieducazione, fisioterapia, lavoro, lavoro, lavoro, convivenza con il dolore, e poi i primi miglioramenti, ancora lavoro, lavoro, lavoro, la ripresa degli allenamenti sempre più intensi…”
“Sono pronto. Quello che è successo mi ha cambiato, mi ha migliorato. Come uomo e come calciatore…”
E’ così che Alessandro Del Piero racconta, in un passaggio della sua biografia online, il suo dramma sportivo, che lui stesso definisce “l’Infortunio”, in altre parole, rottura dei Legamenti Crociati Anteriore (LCA) e Posteriore (LCP) e rientro all’ attività agonistica dopo circa 9 mesi.
Quando un atleta (di qualsiasi livello) va incontro a un evento traumatico si innesca un meccanismo fisiologico difensivo che può protrarsi a lungo.
In genere le fasi del recupero atletico funzionale sono:
- Evento Traumatico
- Diagnosi
- Trattamento (non necessariamente di tipo invasivo)
- Riabilitazione
- Riatletizzazione
Dunque, sono tre le figure che si susseguono in quest’ordine:
- Il Medico specialista in Ortopedia
- Il Fisioterapista
- Il Preparatore Atletico
Proprio sulle ultime due vorrei soffermarmi. Se consideriamo la fase dell’intervento chirurgico con esito positivo (prendiamo come esempio il caso di Del Piero), l’atleta dovrà affrontare successivamente il periodo più lungo e difficile. Una strada tutta in salita per ritornare com’era prima dell’infortunio. È
qui che si instaura un legame particolare e ricco di sfumature con chi lo seguirà passo dopo passo fino alla completa guarigione, cioè con il Fisioterapista in un primo momento e successivamente con il Preparatore atletico.
Il Fisioterapista si trova di fronte una persona che oltre a non essere ancora “clinicamente sana”, è anche in preda a frustrazione e demotivazione. È tendenzialmente pessimista riguardo a quello che gli si prospetta e questo certamente non facilita il percorso riabilitativo.
Chi è cresciuto nel mondo della competizione sportiva può comprendere quanto è difficile starne lontano o abituarsi all’idea di abbandonarlo definitivamente.
Esiste una linea sottile che separa e unisce al tempo stesso la fase riabilitativa con quella che oggi viene definita la Riatletizzazione. A me piace definire questo momento di transizione, il “passaggio del testimone” tra il Fisioterapista e il Preparatore Atletico Sportivo.
Per Riatletizzazione dello sportivo si intende
“l’ultima fase del percorso rieducativo, nella quale, sfruttando i principi dell’allenamento sportivo, si raggiunge il completo recupero delle capacità condizionali e delle abilità sport-specifiche dell’atleta”
(Prof. S. Fiorini)
L’atleta ormai guarito secondo le valutazioni cliniche, adesso deve ritrovare le sue capacità e abilità sportive. La regione anatomica traumatizzata è pronta per essere riprogrammata a rieseguire al massimo della funzione il gesto atletico che ha momentaneamente perduto.
Le paure del periodo della riabilitazione si manifestano in un altra forma: dal timore di non guarire al cento per cento, a quello di non poter rimettersi in gioco come una volta.
Del Piero nella sua testimonianza parla del coraggio per affrontare un salto nel buio.
Io sono dell’idea che sia Il Preparatore che il Fisioterapista devono essere, in questo senso, una forte e costante fonte di ispirazione per tutti coloro che, in certe situazioni, hanno la necessità di essere coraggiosi!
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